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Licenziati dopo un “cambio d’appalto”, Ksm condannata: due guardie giurate reintegrate”

Licenziati dopo un “cambio d’appalto”, Ksm condannata: due guardie giurate reintegrate
„I giudici della corte d’Appello hanno stabilito che il colosso della vigilanza privata avrebbe dovuto tutelare i propri dipendenti nel passaggio ad un’altra società. Il sindacato Salva: “Avevano trovato un metodo ‘legale’ di privare il lavoratore delle tutele previsto dall’articolo 18”

A oltre due anni dal loro licenziamento, arrivato dopo un cambio d’appalto tra due istituti di vigilanza che poi non si sarebbe concretizzato, i giudici hanno riformato la sentenza di primo grado e condannato la Ksm a reintegrare due guardiete, risarcendole con un’ indennità pari a dodici mensilità, cui si aggiungono contributi previdenziali, assistenziali e il pagamento delle spese legali. E’ una sentenza destinata a fare giurisprudenza quella depositata dalla corte d’Appello, sezione lavoro, del tribunale di Palermo che ha stabilito come “la ratio dell’istituto in oggetto – si legge nel provvedimento – configura presupposto indefettibile per l’operatività del cambio d’appalto, quale legittima causa giustificativa del licenziamento da parte della società uscente,

Una delle due guardie giurate in questione, l’attuale segretario provinciale del sito autonomo di categoria salva Fabrizio Geraci, era stato licenziato nel 2017, dopo quasi 30 anni, chiudendo la sua esperienza con il colosso della vigilanza privata quandova davanti a una delle filiali Unicredit. Dopo la lettera inviata dalla Ksm e la comunicazione sul cambio d’appalto (che in realtà era una cessione volontaria) la Sicilia Police srl – che sarebbe dovuto subentrare nel servizio – ha fatto dietrofront: “La scrivente società – scrivevano in una lettera inviata alla guardia giurata – ha tuttavia deciso di non poter espletare il suddetto servizio di vigilanza per come comunicato alla Ksm Security ed agli uffici competenti. Con la presente siamo spiacenti di comunicarle, quindi, che non ci è possibile assumerla alle nostre dipendenze”.

Secondo il sindacalista il meccanismo adottato dagli istituti di vigilanza, sebbene abbia passato i “controlli” delle autorità competenti, sarebbe servito solo a eludere le norme e il contratto collettivo del lavoro nazionale. “E’ un altro tassello di questa vicenda – ha dichiarato Geraci a  PalermoToday  – che ha visto coinvolti me e un collega suo malgrado, licenziati il ​​14 aprile 2017 a seguito di un ‘cambio appalto’, che dall’entrata in vigore del ‘Jobs act’ ha visto un susseguirsi di ‘passaggi’, soprattutto nel settore della vigilanza privata. E’ un modo del tutto ‘legale’ di  privare il lavoratore delle tutele previsto dall’articolo 18 , ed è al contempo un modo per ‘eludere’ eventuali licenziamenti individuali”.

“La corte d’Appello di Palermo – spiegano gli avvocati Ignazio Fiore, Giuseppe Varisco e Salvo Cangialosi che giurano assistitito le due guardiete – ha svolto un’attenta analisi della disciplina del cambio di appalto, con riferimento ad un settore ove questo viene sovente utilizzatore, chiarendo quali siano i limiti di applicabilità di detta procedura, una garanzia dei lavoratori coinvolti ed affinché si evitino elusioni di norme imperative in materia di licenziamenti”. Adesso i legali disori della Ksm spa può decidere se ricorrere in Cassazione per la legittimità dell’operato della società, ma questa sentenza potrebbe segnare un punto di svolta anche su scala nazionale che – secondo i sicati – si utilizzare trasformati in uno strumento per “ripulire”

Un caso analogo e in fase di definizione sta riguardando una guardia giurata che per 10 anni ha prestato servizio all’ex Ansaldo Breda di Carini. Dopo tre cambi d’appalto il lavoratore è passato alle dipendenze della Global security international, che poi ha deciso di passare la palla alla Security service. Quest’ultima però, come si legge nella vertenza avviata dal lavoratore alla Regione, “è nell’impossibilità di perfezionare il cambio d’appalto in quanto la gara che ha assegnato il servizio de quo è stata annullata”. Il servizio però, nelle più di definire la gara d’appalto, è stato nuovamente affidato per 6 mesi alla sicurezza, che ha annunciato l’intenzione di assumere il lavoratore con un contratto a tempo determinato e con condizioni diverse da quelle di partenza.

“Il sindacato salva – si legge ancora nel verbale poi trasmesso al Prefetto – contesta le affermazioni della subentrante in merito alla mancata assunzione della guardia giurata alle condizioni previste dal Contratto colletivo nazionale del lavoro, in organico nell’appalto da quasi 10 anni. Considerando imprescindibile il mantenimento del livello occupazionale, dichiara che in mancanza di assunzione alle condizioni economiche, normativa e contrattuali in essere, promuoverà e sosterrà solida azione ogni sindacale e legale necessaria per la tutela del lavoratore, chiamando a responsabilitàle e sociale anche l’ente impegno”.

fonte: Palermo Oggi

Sentenza – Reclamo in materia di licenziamento ex art. 1, comma 58, L.92/2012

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