La nota vicenda delle emissioni inquinanti alterate tramite un software (cd dieselgate), dalla rinomata casa automobilistica (produttrice) Volkswagen, è arrivata nelle aule giudiziarie. Ciò considerato che è di evidenza tutta la violazione, in primis contrattuale, della buona fede, per di più posta in essere a danno dei consumatori, nonché di molteplici altre norme del codice civile e del codice del consumo. Ma andiamo per gradi.
Quali sono gli autoveicoli interessati?Secondo i mezzi di informazione la problematica coinvolge, e dunque legittima ad agire in giudizio, tutti i proprietari di autoveicoli VOLKSWAGEN, AUDI, SEAT, SKODA, acquistati dall’anno 2009 in poi, dotati di motore DIESEL 1.2, 1.6, 2.00 TDI omologati EURO 5, MOTORE “EA 189”. Ad ogni modo, al fine di accertare in modo inequivocabile se il proprio autoveicolo rientra tra quelli coinvolti nella vicenda occorre solo recuperare il codice telaio di 17 (riportato nel libretto di circolazione, pagina 2, lettera “E”, ovvero nel certificato cifre di proprietà ), collegarsi al sito web del gruppo VW ed inserire questo codice nell’apposita sezione, così si scoprirà se il motore di cui è dotato il veicolo. Peraltro, un’ulteriore conferma della presa di coscienza da parte della casa automobilistica,
Che diritti hanno i proprietari delle auto coinvolte nello scandalo? Sono molteplici le poste di danno astrattamente riconducibili alla condotta posta in essere dalla nota casa automobilistica. Ragionevolmente, quanto al danno patrimoniale, può affermarsi che vi sia stato un notevole deprezzamento del bene (ossia perdita del valore di mercato del veicolo coinvolto), nonché che possa esservi un ulteriore danno da depotenziamento e altresì un pregiudizio dovuto ai maggiori consumi (tutte circostanze il cui accertamento richiede verifiche di tipo tecnico). Inoltre, non può al momento escluderersi la sussistenza di ulteriori poste di danno, la cui fondatezza è, al momento, oggetto di studio.